Il caldo africano sul Garda: i turisti boccheggiano, spiagge semideserte, campeggiatori in tenda a 45 gradi. L’economia frena
Spiagge semi deserte, turisti rifugiati sotto gli alberi nelle aiuole dei giardini pubblici. Piscine full e banchi frigo presi d’assalto. Centri paese deserti nelle ore centrali. Gente immersa nell’aria condizionata degli hotel, (fin tanto che non si bloccano centraline elettriche o gli stessi condizionatori in sovraccarico).
Unica salvezza: andare su e giù dall’acqua in riva al lago. Così cerca di sopravvivere il turista in vacanza sul Garda nel luglio, forse, più caldo della storia. Ed anche l’economia ne risente: non c’è la gente che gira tra le bancarelle dei mercati o nei bar con i plateatici roventi. Non si fanno gite culturali, magari nella vicina città di Verona. Non si va in cerca di cantine o ristoranti tipici. Insomma è l’intero indotto a pagare il prezzo di una temperatura a quasi 40 gradi.
E chi sta peggio sono i campeggiatori che si ritrovano a trascorrere la vacanza sotto una tenda. “Dentro – spiega una signora olandese con due bambine piccole in un campeggio di Lazise –ci saranno 45 gradi, scotta tutto e di notte non si dorme”. Di ritornare a casa anticipatamente, però, non se ne parla: “No, no, non rinunciamo a nessun giorno di vacanza”, commenta. Luglio, sul Garda, è il mese dell’assalto di olandesi e danesi, e in larga maggioranza tradizionalmente alloggiano proprio nei campeggi.
Ma quest’anno nella prima metà del mese c’è stato un calo di affluenza. Per due motivi: olandesi e danesi, ma anche i tedeschi della vicina Germania, hanno spostato le ferie dalla seconda metà di luglio in avanti, così, oltre a mancare le presenze nella prima parte del mese, arriveranno in massa turisti per fine luglio ed inizio agosto, dove non ci saranno nemmeno posti letto sufficienti, poiché quando la capienza massima delle strutture ricettive raggiunge il tutto esaurito, altri non ce ne stanno. Gli olandesi, comunque, stanno già arrivando in questi giorni e sulla strada gardesana, quasi la metà delle auto che si incontrano hanno la targa gialla con la sigla NL.
Ed anche gli hotel stanno registrando una flessione di presenze, come spiega il presidente di Federalberghi Garda Veneto, Marco Lucchini. “Quando è troppo è troppo, sia che sia brutto o che sia bel tempo – commenta – Stanno mancando anche le prenotazioni del last minute, poiché è un’estate calda in tutta Europa: c’è il Mar del Nord con i suoi 30 gradi e o i laghi della Baviera, dove i nordici possono trascorrere una bella vacanza anche a casa loro”. L’estate scorsa tutti “piangevano” per i 50-60 giorni di pioggia, “ma allora c’era la gente che girava –aggiunge Lucchini – andavano nei musei, nei ristoranti anche all’ora di pranzo, ai centri commerciali, in visite alle località vicine, insomma l’economia girava meglio. Con il troppo caldo, invece, la gente non si muove”.
Ora tutti attendono arrivi la pioggia per rinfrescare. “Si, ma siamo anche terrorizzati arrivi qualche bomba d’acqua o una tromba d’aria, che se dovesse ad esempio colpire un campeggio, sarebbe una tragedia –sottolinea il presidente di Federalberghi- Il cambiamento climatico è ormai assodato. Noi viviamo di ambiente e lo dobbiamo rispettare, altrimenti si ribella”. Sdrammatizza, invece, il presidente di Assocamping Giovanni Bernini: “Camper e casette mobili hanno tutti l’aria condizionata. I turisti stanno benone, se hanno caldo si tuffano in piscina o nel lago. Non facciamone una tragedia, sono solo 2-3 giorni che c’è così caldo, poi pioverà e tutto si risolve. Siamo invece in ritardo con le prenotazioni perché c’è alta pressione in tutta Europa e gli stranieri rimangono nei loro luoghi turistici”. Annamaria Schiano