Rivoli: dimissioni in consiglio del sindaco Ornella Campagnari con polemica in coda sulle pale eoliche
di Annamaria Schiano
Sguardi angosciati sui volti dei dieci consiglieri che hanno attraversato forse per l’ultima volta la soglia del consiglio comunale venerdì sera a Rivoli. Sul tavolo le dimissioni del sindaco Ornella Campagnari, eletta appena sette mesi fa. Con un colpo di scena, non svelato fino in fondo, la prima cittadina ha ufficializzato le sue dimissioni dinnanzi ad una sala gremita di cittadini frastornati dalla notizia. Ora il Comune dovrà tornare al voto, molto probabilmente già nel maggio prossimo con le elezioni per le regionali.
Le motivazioni delle dimissioni, Campagnari le ha espresse parzialmente in consiglio: ammette lei stessa che le questioni non ufficiali non le vuole rendere note.
Quelle rese pubbliche sottolineano più volte la “scelta personale” che però assume un profilo politico, in quanto dicono: “Ho creduto fortemente in una politica che non sia espressione di giochi di potere, di intrecci di interessi, ma che possa essere manifestazione di impegno sociale, abituati come siamo, invece, a vedere politici abbarbicati alle loro cariche, anche quando occupano incarichi per decenni, o peggio, quando sono coinvolti in inchieste per malaffare…”. Ma punta il dito anche contro le difficoltà riscontrate in municipio: “Ruoli dell’apparato amministrativo ampiamente sotto organico, mancato sblocco di risorse da parte dello Stato, ristrettezze economiche, isteriliscono la progettualità del programma elettorale. Continuare a dire no ai cittadini mi ha sfiancato”. Parla anche di sacrificio familiare: “Ho messo a disposizione tutto il mio tempo, chiedendo anche l’aspettativa non retribuita alla scuola in cui insegno; alla mia famiglia ho chiesto di accettare non solo la riduzione delle disponibilità economiche, ma anche una pesantissima contrazione del tempo dedicato ai miei cari… Eppure ho lavorato senza risparmio, ma ben presto ho potuto cogliere la drammatica inadeguatezza delle risorse disponibili rispetto al programma che avevo promesso in campagna elettorale alla cittadinanza. Le mie dimissioni, dunque, sono una presa d’atto con lucidità dei limiti dell’azione amministrativa …”.
Dall’altro lato del tavolo, il capogruppo di minoranza Luca Gandini, sconfitto alle elezioni da Ornella Campagnari per soli 76 voti, non canta vittoria, tutt’altro: “Il sindaco parla di motivazioni personali, ma noi siamo convinti siano altri i motivi e ci sarebbe piaciuto sentirli, ma forse ci sarà modo in futuro. Certo è che noi non siamo contenti di questa situazione, è una sconfitta per tutti, cerchiamo però di non essere ipocriti e cercare di addossare la colpa alla minoranza, questo è un ennesimo segnale di un paese che è al collasso, con opere enormi rimaste ferme. Il sindaco è stato lasciato solo ad affrontare tanti problemi, che però non sono nati ieri. Abbiamo visto Ornella, che è una brava persona, intristirsi progressivamente, le auguriamo di tornare a sorridere il prima possibile”.
Ed ora si apre la campagna elettorale e pare che nessuno voglia fare il sindaco. In due mesi si dovranno comporre le liste elettorali, e lo stesso vice, già sindaco per due mandati Mirco Campagnari, dice: “Non so come faremo, chi avrà il coraggio di andare a raccogliere le firme per i candidati nelle case della gente, sarebbe quasi meglio venisse un commissario per un anno, il tempo di preparare le cose”. Gandini, che forse ora potrebbe avere già una mezza vittoria in tasca, ha dichiarato a caldo (ma non è detto cambi idea…) che non ci sono i presupposti per una sua ricandidatura. Per tutta risposta, in consiglio comunale anche Mirco Campagnari ha dichiarato che non si vuole ricandidare, ma che “aiuterà” alla costruzione di una nuova lista, possibilmente unitaria: “Di sicuro, però, non con questo gruppo di minoranza”, ha sottolineato. E poi svela che il suo progetto unitario è rivolto all’ex sindaco Armando Luchesa (in carica dal 1995 al 2004): “Con cui ho già parlato e si è detto disponibile…”. Ipotesi che per Gandini non sta in piedi, poiché dice: “Mi fa sorridere questa cosa, Luchesa è sostenitore della nostra lista e io sono una sua costola, quindi come fa a dire queste cose Campagnari?”.
Insomma, nessuno si dichiara disponibile a mettersi sulle spalle il peso di una situazione politica che lo stesso vicesindaco ha definito: “Un atto importante che lascerà il segno nel Comune di Rivoli”. La decorrenza delle dimissioni del sindaco partono dal 20 gennaio, giorno in cui ha protocollato l’atto: sono revocabili entro 20 giorni, quindi fino alla mezzanotte del 9 febbraio, ma in pochi credono cambierà idea, lei stessa dice: “Difficilmente tornerò indietro dalla mia scelta personale”.
PARCO EOLICO
Nell’ultimo consiglio comunale per questa amministrazione non sono mancate le polemiche sulle grandi opere incompiute, come il polo scolastico. In particolare la minoranza ha aperto il capitolo delle entrate del parco eolico, denunciando che dal 2013 ad oggi, il Comune ha incassato neanche 20 mila euro, contro i 70 mila all’anno che Mirko Campagnari assicura sono previsti nella convenzione stipulata con Agsm, l’azienda partecipata del Comune di Verona che ha realizzato e gestisce l’impianto eolico. 45 mila euro, infatti, dovrebbero entrare dal “minimo garantito” concordato, più altri 25 mila dalla percentuale della produzione di energia prodotta. Gandini, però, si è fatto consegnare dopo molte insistenze il conteggio Agsm e viene fuori che l’azienda sino ad oggi ha versato solo 18.300 euro per il 2013, calcolati in 2mila euro per ognuna delle quattro pale, quindi 8mila euro di fisso, che vanno ad aggiungersi a 10.211 euro di percentuale variabile del 2% sull’energia prodotta.
“Ma i 45 mila euro di cui parla Campagnari di minimo garantito non sono scritti nel contratto, – spiega Gandini-, se ne parla solo in una lettera a parte che il presidente di Agsm ha inviato al Comune di Rivoli. Quindi potrebbe anche essere aria fritta. Tant’è che nella segnalazione di Agsm in merito ai conteggi del 2013 , la stessa Agsm non la considera, sostenendo che il comune per il primo anno ha maturato 18.300 euro , ma visto che l’azienda ha già pagato una fattura in acconto di 25.000 euro, il comune di Rivoli di fatto deve restituirne 6.700 ( 25.000 -18.300 = 6.700). Cifre, quindi, ben lontane dai 70 mila all’anno caldeggiati”, conclude.
Lo stesso Mirko Campagnari, nella replica in consiglio, ha precisato: “Le cifre sono tutte da contestare ad Agsm, sarà, infatti, la prima cosa che spiegherò al commissario quando arriva, è una cosa che va risolta”, assicura. Insomma dei 140 mila euro previsti per i primi due anni, ne sono arrivati neanche 20 mila, così, quello che doveva essere il “petrolio” per il Comune di Rivoli -che ha concesso la costruzione di quattro pale sul suo territorio, pagandone anche un prezzo in termini di impatto ambientale- ad oggi è un barile mezzo vuoto. Mirko Campagnari, però, il barile continua a vederlo mezzo pieno e con orgoglio dice: “Nel frattempo sono stati sottoscritti 80 ‘Agsm Bond’, per un valore di 840 mila euro”. Ecco, sperando non debba intervenire il mitico James Bond nella “mission” di far quadrare i conti …
il doveroso grazie per la lettura libera di questo articolo
prego