“Scoppia” il caso dei finanziamenti di Regione e Comuni al Consorzio di promozione turistica trasformato in ente privato
La promozione turistica per il Garda-Baldo è realizzata dal Consorzio “Lago di Garda è…” e per il biennio 2014-2015 la spesa prevista per il lancio del territorio lacustre sul mercato mondiale è di oltre 1 milione 300 mila euro. La copertura finanziaria dovrebbe essere garantita con un contributo della Regione Veneto di 670 mila euro e il restante 50% dalla partecipazione economica di 14 Comuni che hanno deliberato la convenzione con il Consorzio, prevedendo il versamento di 0,06 centesimi a presenza turistica ricavati dalla tassa di soggiorno.
Dai milioni di presenze turistiche, così, ne derivano centinaia di migliaia di euro,
anzi i Comuni che hanno più presenze, più versano, come ad esempio Lazise con 178 mila euro, Peschiera con 110 mila e Bardolino con 108 mila (solo i tre Comuni totalizzano quasi 400 mila euro). I municipi che hanno aderito all’iniziativa sono Affi, Bardolino, Brenzone, Bussolengo, Castelnuovo, Costermano, Garda, Lazise, Malcesine, Peschiera, Rivoli, San Zeno di Montagna, Torri e Valeggio. In questi giorni, però, c’è parecchio “rumor” nei corridoi dei palazzi municipali. La domanda che circola tra molti amministratori, ma non solo, è se sia legittimo che gli Enti pubblici finanzino al 100% l’attività di un Consorzio di promozione turistica che dal 28 ottobre scorso, sulla base della legge regionale 11 del 2013, è divenuto impresa privata. Inoltre, più di un amministratore dei 14 Comuni che hanno partecipato alla votazione sono soci direttamente o indirettamente (come familiari dei titolari d’azienda) come imprenditori privati del Consorzio stesso, tra i quali anche i sindaci di Garda, Brenzone, Bardolino, ma anche consiglieri e assessori di Malcesine, Torri, Lazise e altri ancora.
Una procedura che ha sollevato molte perplessità, tanto che il dirigente del settore amministrativo contabile di Brenzone non ha dato parere favorevole alla regolarità tecnica e nemmeno contabile della deliberazione di convenzione, così i consiglieri di opposizione al momento del voto hanno abbandonato l’aula. Delibera poi votata dalla maggioranza con inserita la clausola: “ nel caso emergessero rilievi di illegittimità la delibera verrà annullata in via di autotutela entro il 31 dicembre 2014”.
A Bardolino, i consiglieri del gruppo di minoranza della lista “La Civica”, dopo aver votato a favore nel consiglio comunale del 30 settembre, l’8 ottobre hanno inviato un’interrogazione al Comune chiedendo se l’atto risponde “alla legittimità di legge, in particolare a quella comunitaria che limita i finanziamenti in favore di Enti entro un tetto massimo”. E puntano l’attenzione anche al ruolo del sindaco di Bardolino, Ivan De Beni, membro del Cda del Consorzio e tra i titolari anche dell’azienda turistica a sua volta socia del Consorzio. “Un incarico di promozione ad un Ente privato con cifre così rilevanti –esorta il già sindaco Pietro Meschi de “La civica”- lascia parecchi dubbi perché bisognerebbe indire delle gare pubbliche. Bardolino, poi, è ancora più esposto per la posizione del sindaco”.
L’assessore regionale al Turismo, Marino Finozzi, giusto il 2 ottobre era giunto a Lazise per la sottoscrizione del Patto di promozione turistica siglato quel giorno in Dogana Veneta tra i 14 Comuni e il Consorzio. Nell’occasione Finozzi aveva appunto confermato: “Da fine ottobre i Consorzi potranno essere costituiti solo da soggetti privati e per accedere ai finanziamenti pubblici saranno indetti bandi di gara per un massimo di contributo regionale del 50%”.
Ora, siccome i finanziamenti dei Comuni si riverseranno probabilmente a fine 2015 o nel 2016, solo dopo, come scrive in delibera il Comune di Bardolino “l’adozione di apposito provvedimento del Consorzio con il quale venga assunto il pagamento del 50% dei costi del progetto, conseguente all’ottenuto finanziamento da parte della Regione Veneto”. La Regione, però, non ha ancora emesso delibera di stanziamento per questo patto di promozione turistica. Ivan De Beni, intanto, si dice certo della regolarità dell’atto e spiega: “Nel caso emergesse la non legittimità siamo pronti a ritirare la deliberazione, ma in merito è stato rilasciato un parere legale di regolarità al presidente del Consorzio Paolo Artelio, che la settimana prossima andrà in Regione a chiedere chiarimenti e conferme sull’operazione”.
Ivan De Beni, poi, sottolinea che la sua nomina nel cda del Consorzio andrà in scadenza nel giro di un anno ed è avvenuta in sostituzione dello zio in seguito alla sua scomparsa, “incarico che, però, ricopro a titolo gratuito e che non porta nessun vantaggio personale, in quanto il Consorzio non è che pubblicizza le singole attività turistiche che vi fanno parte, bensì promuove l’intero comparto turistico della macroarea del Garda”. Ricordiamo che nel Consorzio vi sono soci enti importanti del territorio, come Funivie, Aeroporto, Camera di Commercio, Federalberghi, Assocamping e numerosi operatori e agenzie turistiche.
In definitiva, il nocciolo della questione ruota tutto attorno a chi deve finanziare la promozione turistica: la legge regionale volge ad assegnare tale incarico ai privati, ma dall’altra parte gli imprenditori, in particolare gli albergatori che sono la grossa fetta di soci, non sono molto disponibili a mettere mano alle proprie risorse (tendono a finanziare la pubblicità delle loro singole strutture).
Quindi la promozione che rimane l’asse portante delle destinazioni turistiche chi la coprirà? De Beni dice: “I fondi deliberati il mese scorso dai Comuni coprono il progetto fino all’anno prossimo, ma poi vedremo cosa succederà quando ci accorgeremo che non c’è più trippa per gatti, bisognerà mettere mano al portafoglio, è questo che dovremo capire tutti. Del resto non si può certo pensare di fare a meno della promozione turistica, già l’Italia è ormai messa in secondo piano nelle fiere internazionali, con l’Enit che è quasi scomparso. Ci dobbiamo rimboccare le maniche se vogliamo rimanere competitivi”. Annamaria Schiano