Stato e Regione si “dimenticano” di rinnovare il Patto per la sicurezza del Garda e il Protocollo per la legalità contro le infiltrazioni mafiose
Stato e Regione si “dimenticano” di rinnovare importanti strumenti per il contrasto alla criminalità. Per la seconda volta è stato lasciato scadere il “Patto per la sicurezza del Lago di Garda”, siglato tra Comunità del Garda, Ministero dell’Interno, Comuni rivieraschi, Prefetture e Regioni il 20 marzo 2009- valido per due anni, rinnovato una prima volta in ritardo nel luglio 2011 e ora di nuovo scaduto da 6 mesi. Uno strumento di coordinamento di tutte le forze dell’ordine che gravitano sul bacino gardesano. Un patto sostenuto in pompa magna dall’allora ministro degli Interni, Roberto Maroni, ora presidente della Regione Lombardia, che giusto pochi giorni fa ha sottoscritto l’accordo interregionale per la governance unitaria del lago di Garda. Compito assegnato alla Comunità del Garda e che il Veneto aveva già approvato nell’ottobre 2013. E’ dell’ottobre 2012, invece, l’approvazione della giunta veneta dell’ Accordo quadro interregionale, con il quale si attribuiscono “compiti di segreteria e di sintesi politico-amministrativa” alla Comunità del Garda. -Testo che fa riferimento alla legge regionale 52 del 1989 (modificata dalla LR 2 del 2002), riferita alla disciplina del Demanio lacuale e della navigazione sul lago di Garda, con cui si istituiva un “Comitato permanente d’intesa fra gli Enti preposti” per l’attuazione della normativa-. Ci sono voluti, dunque 25 anni perché si giungesse ad un accordo interregionale per la Governance unitaria del Benàco. Nell’accordo è sottolineato anche il Patto per la sicurezza del lago di Garda.
Per questo, il presidente della Comunità del Garda, Giorgio Passionelli, la settimana scorsa ha ricevuto la lettera del prefetto di Verona, Perla Stancari, con la quale avvisa che sarà convocato un incontro per il rinnovo del Patto per la sicurezza del Garda. Vedremo quando. “Ma senza risorse è difficile fare interventi sulla sicurezza –esorta Passionelli-. Rimangono tanti buoni propositi sulla carta, ma senza finanziamenti ai progetti non si va da nessuna parte. L’unica attività vera che procede è la Guardia Costiera, che c’è , però, da 10 anni e funzionava benissimo già prima del patto”. Come dire: si tratta di una scatola vuota.
Ma anche in Regione le cose non vanno meglio, dove si è lasciato “scadere” il Protocollo per la legalità e contro le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici. Lo denuncia l’Osservatorio ambiente e legalità di Venezia e di Legambiente, che segnala come il protocollo, sottoscritto due anni fa dal presidente Luca Zaia, dal ministro Annamaria Cancellieri, dalle Prefetture, dai Comuni e dalle Province del Veneto, da un mese è scaduto e quindi ora non ha validità.
“La nostra Regione è ad oggi priva di uno strumento fondamentale per il contrasto alle mafie, ai fini della prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settori dei contratti pubblici, di lavori, servizi e forniture. Un protocollo che ha rappresentato in questi due anni uno strumento prezioso per il monitoraggio degli appalti pubblici- sottolinea Gianni Belloni, coordinatore dell’Osservatorio -, in particolare determinando l’obbligo dei controlli e dell’acquisizione dei dati anche ai sub-appaltatori e sub-contraenti . Inoltre il Protocollo assegnava alle Prefetture, in coerenza con la legge quadro antimafia, un ruolo centrale nel controllo delle informazioni e della documentazione».
“L’Osservatorio ambiente e legalità di Venezia, peraltro, denunciò sei mesi fa come non si fosse dato avvio ad un impegno sottoscritto nel Protocollo: il passaggio delle informazioni sulle gestione cave dalle Province alle Prefetture, e criticò il fatto che le stazioni appaltanti fossero tenute alla comunicazione in Prefettura dei dati per lavori di importo uguale o maggiore a 5 milioni di euro, ritenendola una cifra molto elevata che non consente di controllare tutto ciò che avviene per appalti più modesti, che però sono quelli territorialmente più impattanti”, ha commentato Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto . Annamaria Schiano
fatto da Maroni era il patto dell’insicurezza….